Venezia
Venezia si specchia sull’acqua.
Il vetro la riflette.
Venezia e il vetro d’arte sono indissolubilmente legati.
Ammirando l’eleganza delle forme, la gamma di tinte, la delicatezze delle trine di vetro che decorano bicchieri, piatti, oggetti d’arte, specchi, coppe, gioielli, cornici, il pensiero corre ai fregi dei palazzi, ai riflessi dell’acqua sui soffitti dei pòrteghi nelle case patrizie, alle trasparenze cristalline dell’alba, alle sfumature nebbiose delle mattine autunnali o dei pomeriggi estivi di sòfego e calura.
Nel vetro artistico Venezia rispecchia tutto il suo splendore e le sue ombre.
Nel coltivare anche l’ombra risiede la grandezza di una città che si culla nei fasti antichi, così ubriaca di troppa bellezza, che la deve a volte annacquare nelle logiche del business e della globalizzazione.
Murano e i suoi maestri vetrai, i nomi illustri della tradizione, Seguso, Barovier, Salviati, Moretti, Venini hanno ormai conquistato le vette della fama internazionale. Venezia li celebra e li ricorda, altri artisti si cimentano sulle loro tracce. Il vetro di Murano può vantare imitatori in tutto il mondo. Si dice che quando vieni imitato significa che sei diventato il migliore, ma Venezia è inimitabile e in fondo anche il vetro artistico lo è.
Chi lo conosce e lo ama si accorge subito della profonda differenza tra le creazioni dei maestri – che sono arte – e le rozze imitazioni.
Visitare Venezia aiuta a comprendere appieno questa differenza, perché quando si è assaggiata la Verità della bellezza, tutto il resto sbiadisce.
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